Venezia 80. Un colpo di fortuna (Coup de chance) di Woody Allen, quanto conta il caso nella vita
Un colpo di fortuna e di fulmine, il caso tinge l’amore di giallo. Il nuovo film di Woody Allen al cinema dal 6 dicembre
Un colpo di fortuna (Coup de chance) di Woody Allen presentato fuori concorso alla 80a Mostra Internazionale d’Arte Cinematografica di Venezia, è stato accolto dagli applausi del pubblico e della critica.
Il cinquantesimo film dell’ottantasettenne Woody Allen, ambientato a Parigi e girato in francese, è un thriller romantico, ma non solo… È anche un colpo di fioretto di Allen assestato all’ipocrisia dell’alta borghesia degli affari. Il protagonista Jean (Melvil Poupaud), ricco borghese parigino, si profila subito con un paio di sue affermazioni: “Io non credo nella fortuna. Io la fortuna la costruisco”, e quando la moglie gli chiede spiegazioni sul suo lavoro dribbla dicendo “Diciamo che vengono da me persone ricche, e io le aiuto a diventare ancora più ricche”. La fortuna economica di Jean è decollata soprattutto dalla scomparsa di un socio che non si sa se si sia suicidato o se è stato ucciso.
La moglie di Jean è Fanny (Lou De Laâge), giovane, bella e vulnerabile. Fanny e Jean sembrano una coppia ideale: sono entrambi realizzati professionalmente, vivono in un bellissimo appartamento in un quartiere esclusivo di Parigi, e sembrano innamorati. Finché il caso non farà incontrare Fanny e Alain (Niels Schneider), un ex compagno di liceo di New York, romanziere squattrinato. Lui la invita a pranzo e le confida che è da sempre innamorato di lei. I due iniziano a frequentarsi e inizia una relazione. Fanny ritrova con Alain una spontaneità e una sintonia bohémien che manca nel suo matrimonio in cui spesso si sente come un bel trofeo e in cui si annoia nella tenuta di campagna nei weekend.
Fanny vorrebbe parlarne con Jean, si sente in colpa. Ma lui sospettoso e determinato ha assunto un detective per pedinare la moglie. Il film è un affondo impietoso sulla violenza repressa che si annida nelle famiglie “normali” e in un matrimonio “riuscito”, apparentemente perfetto e invidiato.
La mamma di Fanny (Valérie Lemercier), che all’inizio stravede per Jean (uomo ricco in grado di dare stabilità alla giovane figlia), avrà un ruolo chiave. Ma alla fine prevale il suo istinto materno.
Parigi ha sempre avuto un posto speciale nel cuore del regista che torna con questo film in ottima forma. Allen ha dichiarato: “Sono sempre stato innamorato del cinema europeo e di quello francese, e quando ho proposto ai miei produttori di realizzarlo in francese, hanno risposto con entusiasmo”. La sceneggiatura ha un ritmo in crescendo incalzante, inizia come una banale storia d’amore e tradimento per poi diventare noir. Le interpretazioni dei protagonisti sono impeccabili. La fotografia di Vittorio Storaro, che ha già collaborato in cinque film con il cineasta, regala una luce magica a Parigi.
Caso, razionalità, ipocrisia, vacui e spietati business men, la propensione a voler vedere solo ciò che si desidera e ignorare ciò che può intralciare i nostri piani, tutto questo in un film che cattura. Aggiunge infine il regista. “La mia sensazione è che la fortuna e il caso giocano un ruolo molto più importante di quanto le persone vogliano ammettere”.