Captain America: Brave New World

Hulk 2 sarebbe stato meglio? Idee anche buone ma il regista Julius Onah non le ha messe in scena in maniera convincente

Partiamo dalla trama: l’ex generale Thaddeus Ross “Thunderbolt” (Harrison Ford) è stato eletto presidente degli Stati Uniti e vuole instaurare un clima di collaborazione con il nuovo Capitan America (Anthony Mackie) e con il resto degli Avengers. Sam Wilson, Capitan America, viene invitato alla Casa Bianca, accompagnato da Falcon (Danny Ramirez). Ma a questo evento viene messo in atto un attentato al Presidente che incrina i rapporti non solo tra i due protagonisti ma anche quelli con il governo giapponese per l’uso dell’adamantio, metallo recuperato nell’Oceano Indiano.

A Capitan American, insieme al fidato compagno di avventure Falcon, viene assegnato il compito di risolvere un complicato complotto internazionale.
Come in altri film della Marvel la pellicola s’intreccia con la trama politica, che forse penalizza troppo le scene d’azione. Sempre, come del resto in altri lungometraggi del MCU, il film è collegato con lo story-line di altre pellicole ma stavolta si chiede allo spettatore di tornare agli eventi di quasi venti anni prima dell’Incredibile Hulk.

Il regista racconta: “L’universo cinematografico Marvel è così ricco e diversificato, e abbiamo visto così tante storie cosmiche e soprannaturali di recente; quindi, essere in grado di tornare a qualcosa che prende davvero questi fantastici personaggi e li inserisce in un mondo che tutti comprendiamo e in cui possiamo relazionarci emotivamente e psicologicamente è davvero potente e al centro di ciò che rende tutto ciò che riguarda il Marvel Cinematic Universe ancora più palpabile.”

Ci troviamo a volte di fronte a una trama complessa dove l’antagonista Ross è debole e senza sorprese. Già dalla locandina si vede la mano rossa di Hulk aizzata contro lo scudo di Sam Wilson. Sempre notevole la prestazione di Harrison Ford, sebbene sia al primo approccio con il mondo Marvel.
I personaggi secondari sono appena abbozzati: l’attore italo-americano, Giancarlo Esposito, sembra sprecato nel suo ruolo. Il suo carisma è indiscutibile, ma quasi impalpabile il suo apporto nel film.

Oltre alla lunga gestazione della pellicola, si nota la poca fantasia della “Casa delle Idee”. Lontano dal suo predecessore, The Falcon and The Winter Soldier, che aveva da dire qualcosa in più fuori dallo schermo sul rapporto potere/politica, Onah rimane, forse furbescamente, neutrale aderendo al politically correct e fedele al mondo Marvel.
Quindi viene spontaneo chiedersi se non sia più appropriato definire il film un sequel dell’Incredibile Hulk.